GRECIA E PAESI DELL’EST

Nel 1979 il viaggio in Grecia fu davvero avventuroso a causa della nostra Fiat 127, un catorcio acquistato usato che ci causò non pochi guai.
Attraversammo la Jugoslavia passando per Skopie in Macedonia diretti a Salonicco.
Una delusione Atene, un mare di rovente cemento (quell’estate in città la temperatura raggiunse i 46 gradi!) senza arte ne parte.
Bella invece la Plaka, il quartiere antico adagiato sulla collina che porta al Partenone in pieno centro di Atene.
Lì in una vecchia e sporca taverna incontrammo un gruppo di compagni di Treviso e mangiammo per la prima volta lo jogurt con l’aglio e il finocchio, un piatto che Franca preparava spesso e che adorava.
Poi i luoghi storici e l’incontro con i miti antichi e i racconti leggendari, il Peloponneso e una sosta di 3 giorni in un piccolo paese di pescatori lungo la spiaggia del Golfo di Nauplia.    
             

Grecia




Atene-la Plaka

L’anno dopo andammo in Jugoslavia passando per il confine austriaco e poi Zagabria, Zara, Spalato e Dubrovnik, tutte città che ora appartengono alla Repubblica di Croazia.
Ma la nostra meta era Palmizana, un’isoletta satellite della grande isola di Avar dove le coltivazioni di lavanda si estendono per tutta l’isola profumandone l’aria per decine di chilometri. Un posto fantastico e selvaggio con sole due piccole pensioni. Non lo sapevamo che era un luogo naturista ma ci adattammo subito e fu davvero una bella esperienza. Durante la sanguinosa e fratricida guerra dei Balcani venimmo a sapere che quell’isoletta era diventata una base militare (serba?) e che la pensione dove alloggiavamo era stata bombardata.



                                            L'isola di Palmizana



                                                               Spalato


Nel 1989 l’Ungheria, dove alla frontiera ci fecero aspettare diverse ore prima di farci passare.
Quella notte c’era stato un conflitto a fuoco, pare che diverse persone avessero tentato di passare il confine clandestinamente e c’era molta tensione nell’aria...eravamo a tre mesi dalla caduta del muro di Berlino.
Visitammo Ghior, Sopron e la monumentale Budapest  alloggiando in un grande appartamento in una palazzina per residenti dove ci accolse la capo-scala, sicuramente un membro del partito comunista, offrendoci un vassoio pieno di frutta.                    

L’anno dopo andammo in Cecoslovacchia, ora divisa in due, Repubblica Ceca e Slovacchia. 
Bella e mitteleuropea Praga, la città di  Kafka dove nel piazzale del grande castello che sovrasta la città, assistemmo al discorso del neo eletto presidente Vacla Havel, un intellettuale scrittore e drammaturgo leader del movimento “Forum Civico” che traghettò la Cecoslovacchia fuori dall’ingerenza sovietica.
Poiché allora il cambio (si pagava in marchi tedeschi) era molto vantaggioso, quelle furono vacanze davvero di "lusso".


 
                                             Campagna ungherese



                                                           Budapest




                                                         Budapest




                               Praga-davanti la sede del Forum Civico

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